dagli archivi comunali

IN FOTO_ la domanda di passaporto di F., nata a Pontechianale nel '09, che si mette in strada con i figli S. e P. per raggiungere i genitori lattivendoli a Ortaffa, in Francia, nei Pirenei orientali.

le richieste di passaporto

Fonte presente in tutti i comuni indagati, seppure con consistenza ineguale, le richieste di passaporto per l'estero riportano, oltre all'identità del richiedente, anche le motivazioni e le circostanze della richiesta del documento oltre che informazioni sulla famiglia e la condizione lavorativa.

IN FOTO_ la domanda di passaporto di Bernardo, corredata da fotografia. Bernardo, nato a Bellino nel '15, intende svolgere il mestiere di arrotino e ombrellaio assieme al fratello.

i permessi di lavoro ambulante

I permessi di lavoro ambulante, assieme con qualche raro libretto di lavoro e qualche richiesta di rilascio di documenti, riportano le generalità, il luogo di provenienza e il mestiere dell'ambulante. Talvolta compare anche la preziosissima indicazione delle province in cui l’intestatario del permesso intende recarsi a svolgere il suo mestiere.

Soprattutto per la Castellata e per il comune di Avigliana si tratta di una fonte molto ricca.

i nipotini del signor Levet

tra la Valle Varaita e il Moncenisio


I tre nipotini del signor Levet si trovano a Bellino, in Val Varaita, e devono raggiungere i genitori a Laragne-Montéglin, in Francia, dipartimento Hautes-Alpes. Non sono certo le montagne a separarli, le montagne si salgono e poi si ridiscendono; è un confine tra Stati a rendere tutto complicato. L’avventura – burocratica e non – è assicurata: i bimbi sono infatti minorenni, dunque non possono viaggiare da soli, e risultano essere di nazionalità francese, perciò non possono essere iscritti sul passaporto del nonno italiano. Come farli tornare dai genitori? Si sussegue un fitto scambio di documenti tra il comune di Bellino, la questura di Cuneo e il Regio consolato francese a Torino: i bambini non dovrebbero essere francesi, scrive il questore, sono nati da genitori italiani; i bambini risultano francesi, scrive il Comune... Insomma, alla fine non si trova miglior soluzione che trovarsi sulla strada: il 16 maggio del 1937 il Commissario prefettizio Claudio Richard comunica al signor Levet che, "per ovviare a tutte le difficoltà", i genitori dei tre bambini hanno deciso di recarsi alla dogana del colle del Moncenisio, in Val Cenischia, valle laterale della Val di Susa, per "prendersi" (cit.) i figli. Il signor Levet li accompagnerà fino lì, e così, sul confine, potrà avvenire lo scambio.


morti o rimpatriati

da Avigliana al Transvall


Ormai tutti sanno che... incipit di cattivo gusto. Forse non tutti sanno che gli studi alla base dell’invenzione ella dinamite si devono a un torinese, Ascanio Sobrero, che nel 1847 presentò all’Accademia delle Scienze di Torino i risultati dei suoi esperimenti: la creazione della nitroglicerina. Non avendo brevettato il suo lavoro, lo svedese Alfred Nobel lesse le pubblicazioni di Sobrero, e provò a riprodurre il composto. Dal momento che la nitroglicerina è instabile, Alfred la stabilizzò, inventando la dinamite. Mentre il governo svedese ne ostacolava la produzione su larga scala, la Francia concesse l'apertura a Paulilles del primo dinamitificio della Società Anonima Dinamite Nobel. Il secondo dinamitificio venne poi aperto nel 1873 ad Avigliana, in Val di Susa. Da quel momento in poi gli aviglianesi poterono spendere nel mondo la loro peculiare competenza, andando a lavorare e vivere – spesso a morire – laddove attività simili ne richiedevano l'expertise. Le compagnie del Transvaal, in Sud Africa, prima colonia olandese, poi inglese, ne reclutarono moltissimi.


Si susseguono da quel momento le comunicazioni, a mezzo Comune, indirizzate alle famiglie dei migranti: il signor T. è morto in un'esplosione, il diciannovenne F. anche, la signora M. pure. La ditta invia alle famiglie una "spontanea e graziosa elargizione” per la perdita, “non spettando loro nessun diritto di indennizzo". E ancora, al tempo delle cosiddette guerre boere: i seguenti aviglianesi sono stati espulsi, e faranno in qualche modo ritorno, si invia in allegato la lista dei beni mobili che hanno dovuto in tutta fretta abbandonare, così che poi (quando?) si possa procedere a un indennizzo: per il signor P. M., abitante a "Joanesburg", 2 provviste alimentari, 3 vestiti calzature, 4 calzature da minatore, 4 arnesi di cucina, 6 letto, mobilia di casa e lingerie; per il signor A. B., abitante in "Joanesburg", un letto, un materasso, sei lenzuola, un vestito nuovo, due cappelli, del carbone, un fornello, alcuni indumenti di uso quotidiano; B. F. lascia a Modderfontein i suoi arnesi da lavoro, una stufa, un impermeabile, un sacco di farina, generi alimentari... e aggiunge la richiesta di risarcimento per "danni morali e spese di viaggio" per 3.200 lire.